Ales, Cagliari e Isili, tra sabato 21 a martedì 24 settembre, avranno ospiti due narratori di eccezione, il generale Jovan Divjak e lo storico Eric Gobetti, che racconteranno un luogo, una città. E’ Sarajevo topos, luogo ineludibile e fondamentale per la storia del novecento. Qui l’arciduca Francesco Ferdinando Carlo Luigi Giuseppe d’Asburgo-Este, della dinastia degli Asburgo in Austria ed erede al trono austro-ungarico e sua moglie la contessa Sophie Chotek von Chotkowa, cadono sotto i colpi di Gavrilo Princip in un rocambolesco e quasi fortuito attentato. L’evento fu il pretesto usato dall’Impero austro-ungarico per dichiarare guerra alla Serbia, assurgendo quindi il casus belli della prima guerra mondiale. Ma Sarajevo è stata città martire perché il suo assedio, avvenuto durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina, è stato il più lungo assedio nella storia bellica della fine del XX secolo, protrattosi dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996.Vide scontrarsi le forze del governo bosniaco, che aveva dichiarato l’indipendenza dalla Jugoslavia, contro l’Armata Popolare Jugoslava (JNA) e le forze serbo-bosniache (VRS), che miravano a distruggere il neo-indipendente stato della Bosnia ed Erzegovina e a creare la Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina. Si stima che durante l’assedio le vittime siano state più di 12 000, i feriti oltre 50 000, l’85% dei quali tra i civili. A causa dell’elevato numero di morti e della migrazione forzata, nel 1995 la popolazione si ridusse a 334 664 unità, il 64% della popolazione pre-bellica. Il generale Jovan Divjak, serbo di origine, durante l’assedio di Sarajevo e durante tutto il corso delle Guerre jugoslave, non esitò a schierarsi apertamente con bosniaci, croati e numerosi altri serbi a difesa di Sarajevo e della Bosnia-Erzegovina dalle truppe di aggressione serbe desiderose di impedire la creazione di uno stato bosniaco multietnico ed indipendente. Ha raccolto le sue memorie della guerra in un libro chiamato Sarajevo Mon amour, pubblicato in diverse lingue all’estero, oltreché all’impegno sociale che ha assunto fondando la associazione denominata Obrazovanje gradi Bih (“L’istruzione costruisce la Bosnia”). Eric Gobetti è un giovane storico torinese, autore di libri e documentari sulla storia della Jugoslavia e della sua occupazione da parte dell’Italia. Il programma della densa giornata alerese di sabato 21 settembre, voluto dall’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci, Regione Sardegna (Assessorato alla cultura e pubblica istruzione), Comune di Ales, in collaborazione con la Biblioteca Gramsciana Onlus e Nur, è così articolato. Si inizia alle 10.30 con la proiezione presso l’ITIS di Sarajevo rewind, alla presenza del regista Eric Gobetti e del generale Divjak, che la sera alle 18.00 replicheranno presso la sala consigliare del Municipio. A Cagliari lunedì 23 alle 18, nella sala convegni della Cineteca Sarda, in viale Trieste 118, Organizzato da Issasco e Cineteca Sarda-Società Umanitaria, sempre in collaborazione con la Biblioteca Gramsciana Onlus e Nur, Eric Gobetti intervisterà Diviak con il coordinamento di Walter Falgio, preceduti da un escursus di Giulia Mazzarelli su film e documentari sulla guerra in ex Jugoslavia. Infine ad Isili martedì 24, alle 18.00 presso il Caffè letterario Nuova Godot. Luigi Manias