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La casa natale di Gramsci

La Biblioteca Gramsciana sin dal 2007 svolge ricerche sia sulla vita di Antonio Gramsci, con particolare riferimento al periodo sardo (1891 – 1911), sia sulle origini albanesi della sua famiglia. Se si vuole alimentare un sospetto la cosa migliore è rilasciare  dichiarazioni sottoscritte o affermazioni non suffragate da fonti, come dicono e scrivono, a distanza di 36 anni l’uno dall’altro, ma con intenti opposti, Angelo Melis nel 1969  in Ales la sua storia i suoi problemi (pag. 36) e Pino Ledda nel 2005 in Ales (pag. 191). Melis per sconfessare e Ledda  per avvalorare una convinzione sicuramente diffusa ad Ales; ovvero che la casa dove nacque Antonio Gramsci non è quella da tutti conosciuta. Angelo Melis alle ultime due domande dell’intervistatore, le cui risposte sottoscrive e conferma come vere, afferma che la casa dove era nato Gramsci “è quella in Corso Umberto, dove è adesso il Bar dello Sport”, nella quale era stata murata nel 1947 una lapide a memento. Pino Ledda scrive: “Lo so che ad Ales gli abbiano intestato una via, una piazza e anche una grigia lapide che il muratore Antonio Spiga applicò sul muro di quella che non era stata la sua casa natale, alla vigilia della visita di Palmiro Togliatti il 27 aprile del 1947″.  Ma Pino Ledda non cita alcuna fonte, ne orale ne documentaria, a sostegno di quanto afferma. La Biblioteca Gramsciana ha voluto verificare l’attendibilità di quest’ultima affermazione. Il reperimento di un prezioso  documento, acquisito all’archivio della Biblioteca Gramsciana, ha permesso di accertare in maniera inoppugnabile quale sia la vera casa natale di Antonio Gramsci. Si tratta di una memoria manoscritta, dove l’anonimo estensore, dopo avere fatto una scrupolosa analisi di tutti  gli atti di nascita dal 1867 al 1895 degli aleresi nati nell’allora e attuale Corso Cattedrale, conclude che Antonio Gramsci “non è nato nella casa ove insiste il Bar Coni, ma ove attualmente c’è l’asilo di San Francesco”. La memoria entra anche nel dettaglio. “Secondo le informazioni raccolte dalle persone anziane la stanza dovrebbe essere quella dietro la cappella, ossia la prima stanza a dx entrando, la cui struttura, a parte gli intonaci, non dovrebbero essere stati modificati”. Quindi quando Palmiro Togliatti scopre la lapide per il decennale della morte da le spalle alla vera casa natale di Antonio Gramsci. Togliatti sapeva o no?  A distanza di 72 anni è difficile stabilirlo, dato che gli autori del falso sono tutti morti. Ma la domanda che  dobbiamo ora porci è perché? Certamente nel 1947 era più problematico collocare una lapide che ricordava la morte di uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano sulla facciata di un asilo di suore francescane e non in un edificio che qualche anno prima ospitava la “Casa del Fascio”. La ricerca avviata dalla Biblioteca Gramsciana continua e non si esclude la possibilità, anche a breve, di scoprire ulteriori fonti documentarie comprovanti l’ubicazione della vera casa natale di Antonio Gramsci.      Luigi Manias

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